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Il decreto sud non basta, serve un piano per le infrastrutture

Il decreto sud approvato ieri al Senato che arriverà la prossima settimana nell’aula della Camera contiene alcuni elementi significativi per lo sviluppo del sud ma del tutto insufficienti anche solo come premessa a un piano teso a ridurre il divario tra il mezzogiorno d’Italia e il resto del paese. Bene dunque il sostegno a favore dei giovani imprenditori, le misure per il contrasto degli incendi dolosi, i benefici fiscali per le Zes eccetera, bene il finanziamento ai nuovi giovani imprenditori under 35.

Bene tutto, ma al netto di ogni considerazione sull’entità della cifra investita nell’operazione ciò che manca è un piano organico di lunga durata per la messa in forma di un’intelaiatura infrastrutturale di strade, ferrovie e retroportualità degna di questo nome. In assenza di questo progetto ogni intervento è destinato a risolversi negli esiti già visti in passato e di cui sono testimonianze le troppe cattedrali nel deserto che punteggiano il panorama meridionale. La terapia per l’arretratezza del meridione non può risolversi in queste occasionali applicazioni di defibrillatore ma deve puntare al risveglio delle enormi potenzialità economiche e imprenditoriali del sud attraverso la messa in forma di un sistema infrastrutturale da paese civile. Per questo occorre un piano pluriennale di investimenti e prima ancora di un pensiero politico lungo che vada oltre la prossima scadenza elettorale e di qualche opera di manutenzione della Salerno-Reggio Calabria.

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21 Settembre 2024

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