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C’era una volta la startup di papà…

C’era una volta la startup di papà…

Come spiegare ai figli che il proprio papà non ha più un lavoro? Che la sua attività è fallita? E’ quello che si è chiesto Andrea Visconti, giovane imprenditore torinese, quando a quattro  anni dalla nascita della sua startup, “Sinba”, ha dovuto dichiarare il fallimento.

E qui viene la parte più difficile di questa storia: quella appunto, di mettere da parte un progetto nel quale si è creduto e il dover fare i conti con la realtà di non avere un lavoro e spiegare a moglie e figli cosa è cambiato. Ecco perché Andrea, che un po’ creativo lo è per natura, vista anche l’esperienza della sua startup, ha deciso di costruire una fiaba (che si può ascoltare e vedere su youtube) per trovare le parole adatte.

Quella della startup dedicata al pagamento della spesa attraverso il proprio smartphone senza fare la fila alla cassa è parsa un’idea vincente ad Andrea e ad un suo socio al punto da riuscire a vincere il talent show “Shark Tank” e a ricevere un finanziamento che ha fornito una buona base di partenza. Ma avere una buona idea e lavorarci con dedizione non è servito a tenere in vita “Sinba”. La chiusura definitiva delle attività per Andrea Visconti ha significato non soltanto mettere da parte un sogno ma anche dover fare i conti con la triste realtà di non avere un lavoro. Il passo più complesso è stato quello di doverlo  spiegare alla sua famiglia. Ecco perché Andrea ha pensato bene di utilizzare quanto gli era successo per costruire una fiaba.

“Lo scrigno magico di Desi e Giò”è il titolo della fiaba che Andrea racconta ai bambini dove attraverso la metafora del viaggio, spiega cos’è un fallimento e perché non bisogna arrendersi ma andare avanti. Desi e Giò, i protagonisti della fiaba, partono con la loro nave e un equipaggio al seguito per portare uno scrigno magico dall’altra parte del mondo. Il viaggio, ovviamente non è facile e non tutti credono che Desi e Giò potranno arrivare a destinazione. Ma come in tutte le storie ci sono i cattivi e i buoni, come Re Riccardo che accoglie con entusiasmo Desi e tutto l’equipaggio per dar loro rifornimenti e rifocillarli dal viaggio.

Un aiuto, quello di Re Riccardo, che mette in luce l’importanza di avere intorno persone che credono alle imprese che decidi di affrontare. Ma tutto questo non basta. Il viaggio per portare lo scrigno magico dall’altra parte del mondo non va a buon fine, l’equipaggio stanco di viaggiare, provato dall’ennesima tempesta decide di ammutinarsi. Il viaggio dello scrigno si ferma e la difficoltà di sopravvivere nel tortuoso mare delle startup, nella fiaba, viene tradotta da Visconti come la ricerca di “provviste che stanno per terminare”. La missione dello scrigno magico fallisce, anche se lo scrigno è rimasto intatto e “luminoso come non mai”. Una fiaba delicata, adatta al linguaggio dei bambini ma utilissima anche per gli adulti. Una storia che sottolinea quanto l’insuccesso di un’impresa non significhi l’insuccesso delle imprese successive ma anzi l’opportunità di imparare dagli sbagli e ripartire con un bagaglio di esperienze diverse.

La fiaba, infatti, non si conclude con due marinai arresi, ma con un invito a rimettersi presto in mare. “Volevo fare capire ai miei figli che a fallire è stata la mia azienda, non io. Perché le persone non falliscono. Ricostruire la nave significa che ripartirò per un nuovo viaggio. Per me era importante dire ai miei figli che comunque ci sarà un secondo tempo. Ripartirò, con un bagaglio di competenze maggiori.

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13 Maggio 2024

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