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Una manovra che tartassa le imprese

La chiamano manovra di mantenimento la legge di bilancio presa d’assalto in queste ore al Senato da migliaia di emendamenti. In realtà – pur nella sua inconsistenza strategica – questa manovra è molto meno neutra e innocua di quanto si tenda a farla apparire. La manovra del governo getta infatti sulle spalle delle aziende un aggravio importante di imposte. Il rinvio dell’Iri frutta alle casse pubbliche 1miliardo e 986 milioni che, grazie al mancato ristoro, pagano le imprese; le tasse societarie aumentano di 731 milioni; 480 milioni sono caricati sulle assicurazioni; l’abbassamento dei limiti di compensazione debito credito frutta altri 239 milioni; la soglia dei pagamenti viene ritardata di 445 milioni; 120 milioni vengono dai giochi. Le imposte a carico delle imprese via di questo passo arrivano a quasi 4miliardi di euro. Piombo sulle ali delle imprese, cioè sull’elemento trainante dell’economia e del futuro sviluppo del paese. Una follia che porta persino a domandarsi a che cosa sia servito disinnescare le clausole di salvaguardia sull’Iva se poi si alzano le imposte.

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24 Luglio 2024

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